Come avrete compreso il 1883 mi vide impegato a viaggiare in lungo e largo nella Toscana, e, soprattutto, nell’area che costeggia l’Arno e si spinge a sud lungo il fiume Elsa. Una delle prime città che visitai fu Empoli dove ebbi modo di vedere nel Battistero della Collegiata un’emozionante affresco di Masolino da Panicale, il Cristo in pietà, l’opera, probabilmente del 1424, mi parve di doppia mano, intravidi difatti quella materica corposità giottesca tipica di Masaccio (mai mi stancherò di ripetere come gli affreschi nella Cappella Brancacci della Chiesa del Carmine di Firenze sono esempio del passaggio di modi pittorici dove quello di Masaccio a differenza di Masolino anticipa il pieno Rinascimento), soprattutto nella figura del Cristo che sorge in maniera drammaticamente dolce ma con una consistenza plastica che fa diventare il busto quasi scultura. L’ho rimirata a lungo quest’opera fin nel tardo pomeriggio e le ombre dell’affresco si son fatte ancora più nette, il fondo è quasi sparito e la figura del Cristo è divenuta quasi perlacea e morbida.
(L’affresco fu realizzato per la chiesa di San Giovanni Evangelista, allora separata a pochi passi dalla Collegiata di Sant’Andrea e unita a questa nel 1464, e di seguito adibita a battistero;
oggi divenuto parte del Museo della Collegiata di Sant’Andrea ad Empoli.)