Dirigendomi verso San Miniato ebbi modo di fermarmi a Fucecchio. La ricorderò come una sosta a Fucecchio, col fratello di Masaccio! Dopo aver passato paludi e acquitrini, selvaggi e ricchi di una fauna mai vista altrove, decisi di fermarmi per la notte proprio in questo paese. In quell’ottobre del 1883 l’aria della mattina era così umida che una nebbia densa mi fece appena intravedere la imponente facciata della collegiata, lo stile neoclassico settecentesco mi fu immediatamente chiaro, gli interni erano ancora arredati per la recente festa di San Candido, patrono della città, mi diressi di buon passo, com’era l’uso mio, verso una tavola che riconobbi immediatamente come opera del fratello del pittore fondante del Rinascimento. La tavola era una Madonna col Bambino tra Santi di Giovanni di Ser Giovanni detto “Lo Scheggia”, fratello di Masaccio.
Lo Scheggia non aveva un animo grande come quello del fratello che, con un pugno di opere, dalla cappella Brancacci alla Trinità di Santa Maria Novella, aveva impresso alla storia della pittura una svolta paragonabile solo a quella operata da Giotto quasi un secolo e mezzo prima. Ebbe in compenso vita lunghissima, il fratello morì a circa 27 anni, spegnendosi ottantenne nel 1486, molto stimato, benestante e patriarca di una ramificata famiglia destinata ad una continua ascesa sociale. L’apprendistato da ragazzo presso il geniale fratello lo segnò indelebilmente: idee di Masaccio affiorano di continuo, configurandosi talora come vere e proprie citazioni, nelle opere giovanili. Questa opera di Giovanni di Ser Giovanni è influenzata da Masaccio nell’impostazione delle figure così terrene e concrete: la Vergine col Bambino è incorniciata dal rosso violento dei cherubini, ai lati i Santi Sebastiano e Lazzaro, le Sante Maddalena e Marta. San Sebastiano è collocato sulla terraferma mentre gli altri santi sono in piedi su una imbarcazione che allude al viaggio dalla Palestina verso la Provenza, secondo la leggenda tramandata dalle Rivelazioni di Giovanni e dalla Legenda aurea di Jacopo da Varagine.
(Questa tavola è adesso nel Museo Civico di Fucecchio)