“Appena intravedevi le mura di Certaldo, ero ancora sulla Via Francigena, lungo un torrente che si chiama Agliena mi trovai di fronte al tabernacolo che cercavo, la composizione deve per fermo appartenere a Benozzo, poiché risente dell’arte dell’Angelico, ma sue debbono essere anche le figure e le parti migliori della pittura. Nella parete di mezzo è rappresentato Cristo morto deposto dalla croce. Ai due bracci della croce sono appoggiate due scale, e su di esse, uno per parte, stanno due discepoli, che sostengono per le braccia il corpo di Gesù morto. A piè della croce, da un lato, vedesi Santa Maria Maddalena inginocchiata che l’abbraccia, e dietro di lei, di faccia a noi, sta un Santo ritto in piedi con le tenaglie in mano, ed un altro ancora con in mano i chiodi con i quali era conflitto il Maestro della croce. Un terzo Santo, ma questo inginocchiato, gli sta dappresso.
Dall’altra parte della croce, vedesi di fronte e ritto San Giovanni Evangelista, rivolto a guardare la Vergine, tenendo una mano sopra le gambe del Redentore sempre inchiodate. La Vergine addoloratissima si rivolge al divino Figliuolo, mentre una delle Marie la sorregge. Un’altra delle Marie sta inginocchiata presso la Vergine, anch’essa compresa di dolore e rivolta al Cristo. Superiormente volano intorno alla croce quattro Angeli, due per parte, con violento movimento ed espressione di dolore. Fuori del tabernacolo, sopra l’arco, è rappresentata la Salutazione Angelica. La Vergine posta a destra di chi guarda, sta inginocchiata con le braccia conserte al seno dinanzi ad un leggio, mentre da lato opposto si vede prostrato e a lei rivolto l’Arcangelo Gabriele, il quale coll’indice della mano del braccio destro allungato accenna al cielo, tenendo nell’altra lo stelo coi gigli. Nel mezzo, circondato da Serafini e dentro un cerchio, Iddio Padre si volge alla Vergine con le braccia stese. Da lui partono raggi di luce, in mezzo a’ quali la colomba spicca il volo verso la futura Madre del Salvatore.”