Il Museo Civico e di storia naturale del comune di Montaione apre il suo primo nucleo espositivo nel 2002, a cui si aggiungono, nel 2009, altre sale poste al primo piano. La collezione di reperti archeologici, paleontologici, minerali e fossili, recuperati nel territorio di Montaione, mi permette di “entrare” ancora una volta, nelle origini del territorio Empolese-Valdelsa, che come ho raccontato scrivendo più volte, è ricco di infinite testimonianze.
Il primo “incontro” con la collezione del museo, lo faccio all’ingresso, con i resti di una balena fossile, rinvenuta a Castelfalfi nel 1980, denominata “Balena Montalionis”, risalente a circa 4,5-3,9 milioni di anni fa. Proseguo poi, con le due sale sempre al pian terreno, dove oggetti funerari e di vita quotidiana, provenienti dal piccolo villaggio di Poggio Carlotta, mi catapultano nel periodo etrusco. Lo scavo di Poggio Carlotta racconta molto attraverso i suoi reperti: come venivano costruite le case ( in opus craticium), come era il pavimento delle stesse (composto da un battuto di argilla e tufo, mischiato a frammenti di laterizi che nell’uso si indurivano). Salendo, di nuovo ritrovamenti, questa volta provenienti dal sito di Santo Stefano, importante per la varietà di reperti portati alla luce nella sua area, che vanno dalla preistoria, al periodo medievale, all’età moderna. Al primo piano ecco che si ritorna a parlare di fornaci, con alcuni reperti appartenuti a fornaci per la produzione della ceramica etrusco- ellenistica e un pozzo profondo e circolare, da attribuirsi ad un insediamento rurale.
Continuando il percorso, è la volta dei mosaici policroni, provenienti dalla zona di S. Antonio, quasi certamente appartenuti ad una villa imperiale del luogo. Concludo menzionando, tra le cose che più di altre mi hanno colpito, le fistulae in terracotta dell’acquedotto che usciva dalla cisterna romana del Muraccio, ancora visibile sulla strada per Gambassi.