Benozzo Gozzoli e aiuti
1490-1491
affreschi staccati e sinopie
Castelfiorentino, Museo BeGo Benozzo Gozzoli
Il tabernacolo, in origine lungo la via Volterrana, di fronte al monastero di Santa Maria delle Marca a Castelfiorentino, fu dipinto da Benozzo Gozzoli, con la collaborazione dei figli Francesco e Alesso, nel 1491, come documenta una memoria del 1637, scritta dall’allora confessore delle monache, Cosimo Bindi. La stessa memoria c’informa che il committente fu sempre messer Grazia, il sensibile mecenate che già nel 1484 aveva affidato a Benozzo la decorazione del tabernacolo di Castelnuovo.
Gli affreschi, disposti su due registri, raffiguravano alcuni episodi della vita della Vergine tratti dal Vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo e dal Vangelo di Luca, intervallati da elementi architettonici dipinti.
Il racconto inizia con la Storia di Giovacchino, il padre di Maria, che si era recato al tempio per offrire incenso al Signore, ma viene allontanato dal Sacerdote come punizione per la sua infertilità, considerata nella tradizione ebraica segno della maledizione di Dio. Proseguendo da sinistra verso destra, c’è il Sogno di Gioacchino, il quale, pieno di vergogna si allontana piangendo e si reca con i pastori e il suo gregge in una terra lontana, lasciando la moglie Anna senza notizie. Dopo pochi giorni, un Angelo lo invita a tornare a casa rivelandogli che per grazia di Dio Anna concepirà una figlia. Gioacchino offre quindi in ringraziamento un agnello immacolato, ma poi cade in un sonno profondo. Durante il riposo ha una nuova visione dell’Angelo per cui, destatosi, chiama a sé i pastori che lo incoraggiano a riunirsi all’amata sposa. Gioacchino decide, quindi, di tornare a casa; nel frattempo Anna, anch’ella avvisata dall’Angelo, si reca incontro al suo sposo. Nella facciata posteriore del tabernacolo, sul registro superiore, è raffigurata Anna, accompagnata dalle amiche alla Porta Aurea, che abbraccia Gioacchino tornato con il suo gregge. Sul lato destro del tabernacolo è la scena con la Natività della Vergine: Anna e Gioacchino hanno potuto concepire Maria, futura madre di Gesù. La lettura riprende quindi in senso antiorario lungo il registro inferiore, dove le pitture sono state particolarmente compromesse dal tempo.
Nel 1844 erano ancora visibili: la finta pala d’altare, raffigurante la Madonna col Bambino, i santi Pietro, Stefano, Paolo e Lorenzo, in piedi, Chiara e Francesco, genuflessi, gli episodi della Visitazione, del Presepio e dell’Adorazione dei Magi. Queste scene risultano completamente perdute nel 1872, ad eccezione del Presepio che si era parzialmente conservato fino alla fine dell’Ottocento.
Nel 1965, nonostante le numerose iniziative, intraprese a partire da metà dell’Ottocento, per abbassare l’alto tasso di umidità dovuto alle frequenti alluvioni, fu ritenuto opportuno staccare gli affreschi e sottoporli ad un accurato restauro. Durante la rimozione delle pitture – eseguita con la tecnica dello ‘strappo’ – sulla parete del tabernacolo furono scoperti alcuni disegni preparatori, le belle sinopie, certo autografe, che Benozzo Gozzoli aveva utilizzato per impostare la composizione delle scene da dipingere.