Cimabue e Giotto
ultimo decennio del secolo XIII
Museo d'Arte Sacra di Santa Verdiana, Comune di Castelfiorentino
Questa tavola è certamente uno dei capolavori della Valdelsa. Quest'opera viene riferita alla mano di Cenni di Pepo,
detto Cimabue, il grande maestro di Giotto e a Giotto stesso, al tempo ancora allievo nella bottega di Cimabue.
Tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo successivo si abbandonano le formule più rigide di ascendenza bizantina a favore di una resa più realistica e umanizzata delle figure sacre. La tavola mostra non a caso elementi appartenenti sia alla vecchia tradizione sia alla nuova impostazione che Giotto porterà ai massimi livelli, suggerita dall’espressione viva del piccolo Gesù o dalla trasparenza dei tessuti che avvolgono il suo corpo e che ne lasciano percepire chiaramente la consistenza fisica.